Definiamo in prima battuta la differenza tra Spiritualità e Religione.
La spiritualità è un modo di percepire la vita come qualcosa che va oltre la materia tangibile e che valorizza l’esperienza personale di questa percezione.
La religione è invece un insieme di credenze e riti che coinvolgono più individui in un’esperienza comune di ciò che viene considerato sacro, con una o più divinità.
Entrambi i termini vengono spesso ed erroneamente trattati come sinonimi in quanto si dovrebbero riferire alla ricerca di contatto con una sfera superiore, nella quale si tende a cercare comprensione della vita e dell’oltre-vita, accoglienza e supporto da parte della divinità. C’è però una differenza fondamentale che si caratterizza in quest’epoca tra questi due termini: mentre la spiritualità è qualcosa di innato che si sviluppa all’interno dell’individuo come percezione di una necessaria ricerca di contatto con la sfera divina e che non necessariamente passa attraverso un sistema codificato di regole e riti, la religione è un tipo di pratica esteriore e formale con specifiche squisitamente dogmatiche e pertanto non sondabili dall’individuo: sono quindi caratteristiche che prevedono unicamente l’accettazione di tali verità, né discutibili, né verificabili.
La spiritualità è il motore che spinge l’individuo ad una ricerca di consapevolezza e verità interiore, mentre la religione dovrebbe essere il supporto esterno alla ricerca di tali verità, attraverso Pratiche volte non solo a mettere in contatto l’individuo con la sfera divina (interna ed esterna), ma anche a sviluppare una maggior comprensione attraverso il Mito. Dal canto suo il Mito è una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo e alle modalità con cui il mondo stesso e le creature viventi in esso si evolvono in un contesto spirituale e materiale. In tale contesto la religione attraverso il rito e la magia, elementi che sono strettamente connessi al Mito e alla sfera del sacro, diventa un mezzo per giungere ad una conoscenza superiore che comprende la motivazione di ciò che accade nel mondo e la motivazione dell’esistenza stessa dell’individuo.
Ásatrú è una pratica spirituale religiosa nella quale ci riconosciamo che significa Verità-Fedeltà agli Ásen, la principale stirpe divina del pantheon nordico-scandinavo, il cui Padre degli Dèi è Odino. L’Ásatru, così come noi la pratichiamo, costituisce una tradizione Etena autonoma di corrente “modernista”, comprendendo l’impossibilità di tornare letteralmente al mondo pre-cristiano. Contempla elementi della tradizione nordico-germanica riletti nel contesto moderno perché è in questo che attualmente viviamo. Propendiamo per la creazione di un mondo post-monoteista attualmente dominante, nel rispetto del Mito, delle Rune come archetipi e strumenti sciamanici e di una visione naturale e concreta che caratterizza la concezione della vita nel mondo nordico.
Il Sentiero che seguiamo è quello di Ása-Ódhinn.
L’Ásatru è il neologismo che identifica il Culto precristiano del Nord Europa relativo agli Dèi del Nord. E’ un Culto naturale che mira ad equilibrare gli aspetti materiali e spirituali della vita, nel totale rispetto dello sviluppo evolutivo e che considera l’eterno ciclo di vita-morte-rinascita in ogni cosa, nel susseguirsi delle stagioni come nell’intero universo, nella vita umana come in quella animale.