Hljóð in norreno significa “silenzio” o “ascolto”.
Tale stato è meditazione profonda, un’introspezione personale, che concentra l’attenzione dell’individuo sull’ascolto di un messaggio divino: un suono che ci attira all’interno di uno spazio sacro. Nella leggenda di Sigurðr si narra che, dopo essere entrato in una caverna ed aver ucciso il drago Fáfnir, inizia a comprendere il linguaggio degli uccelli.
Tale abilità avviene grazie ad una goccia di sangue che involontariamente Sigurðr beve.
Un possibile messaggio di questa splendida leggenda può essere che, il drago (in realtà un nano trasformatosi in drago grazie ad un elmo speciale) sia in realtà l’ego. Solo uccidendo e placandolo ” il drago”, Fàfnir, in uno stato di meditazione, zittisce quei pensieri che lentamente ci distruggono. Solo dopo questo silenzio si può comprendere il messaggio divino.
Völuspá: i detti di colei che vede
Hljóðs bið ek allar helgar kindir
meiri ok minni mögu Heimdallar ;
vildu, at ek, Valföðr vel fyr telja
forn spjöll fira, þau er fremst um man.
Ascolto io chiedo o tutte sacre stirpi,
maggiori e minori figli di Heimdallar;
Tu vuoi, o Valföðr, che io compiutamente racconti
le antiche storie dei viventi, le prime (che) io ricordo.
L’ascolto richiesto è riferito probabilmente all’Io interiore, che necessita di un sano ascolto. Solo nelle tenebre dell’inferno, rappresentate nella storia dalla caverna, immersi nel silenzio interiore, è possibile questo ascolto e la comprensione di esso.
Il ripetere “io” per tre volte sottolinea questa sfumatura, in quanto dentro di noi sono celate da sempre, tutte le risposte. Sta a noi renderle vive… renderle sacre.
Davide Mutini