Tradizionalmente uno sciamano diventa tale a seguito di una Chiamata ricevuta dagli Spiriti in età adolescenziale. A seguito di ciò affronterà un percorso di addestramento duplice: da un parte con un Anziano che ha il compito di istruirlo su tecniche e pratiche magico-spirituali legate alla propria Tradizione religiosa e dall’altra l’apprendimento iniziatico che può venire SOLO dagli Spiriti preposti. Raggiunto un certo livello il novizio si metterà al servizio della comunità e del singolo individuo. Questo è ciò che accade nelle comunità tribali. Il contesto occidentale pur slegato da queste dinamiche comunitarie mantiene per colui che è Chiamato l’accesso agli spazi magico-spirituali e religiosi sopra accennati, differenti sì nella loro tipologia tribale, ma con fondamentali princìpi similari. Lo Sciamanesimo che si sviluppa in un contesto tribale o meno, mantiene comunque princìpi e condizioni basilari, senza i quali parlare di Sciamanesimo diventa quasi ridicolo. L’Operatore dei tempi moderni dovrà necessariamente essere legato ad una Tradizione ben specifica e alle sue forme spirituali-religiose, assumendosi l’onere dell’Investitura ed espletando TUTTE le Pratiche connesse allo Sciamano, come l’Estrazione di energie negative, il Recupero di Frammenti dell’Anima, l’azione da psicopompo, od operare per la fertilità del singolo o della Famiglia-Gruppo di appartenenza. Occorre quindi un percorso lungo e intenso sia da un punto di vista spirituale che rituale, e che impegna l’individuo a 360° lasciandogli, in ordine di Pratica, ben poco spazio per altro. Soprattutto per percorrere Vie diverse tra loro. Ogni Percorso spirituale, Sciamanesimo o Druidismo solo per fare un esempio, richiede impegno dedizione sacrificio, assonanza con Spiriti e Dèi di quella Tradizione e, non ultimo, Servizio. Un Servizio che non è teso a lucrare nè a farne una professione, assemblando per esigenze economiche attività che nulla hanno a che vedere con la Pratica sciamanica e che riducono sensibilmente la credibilità dell’operatore, così come la stessa credibilità viene meno quando si asserisce di non essere uno Sciamano, ma si sostiene di fare le stesse specifiche operazioni delegate a questo. Il “faso tutto mì” non si sposa né con lo Sciamano, né con il Praticante che ha fatto di questa Via la sua Strada.
Né è credibile affrontare in modo evolutivo due Strade diverse tra loro (figuriamoci tre o quattro…), a meno che una delle due non sia solo di studio accademico. Allora in questo caso va bene studiarne anche dieci. Diverso è asserire di operare rituali e Pratiche di un certo peso con entrambe. Ognuno faccia ciò per cui è preposto. Tutto va meglio quando ognuno svolge il suo ruolo: così avveniva nelle comunità tribali e così dovrebbe avvenire ancora oggi nella nostra società. Ad ognuno il suo compito, e tutti cooperino affinchè ci sia un futuro migliore. È così difficile?