Nell’antica Uppsala, con la conquista delle terre del nord da parte del Popolo dalle Asce da Combattimento, Oðinn stabilì una serie di regole tra le quali la necessità di sacrificare agli Dèi tre volte durante l’anno. Fu solo in epoca più tardiva che vennero introdotte le otto festività più conosciute, complice forse l’influenzamento reciproco con la cultura celtica. All’origine però erano solo Tre i Riti che venivano eseguiti: il Blót propiziatorio per la Fertilità che si teneva sul fare dell’inverno, il Blót propiziatorio per la Crescita a metà inverno e il Blót per la Vittoria in estate.
Originalmente i blót sono sacrifici di sangue (come la parola stessa suggerisce) da cui derivano le attuali parole blood in lingua inglese e blut in lingua tedesca. I rituali di offerta comprendevano il sacrificio di animali e l’offerta agli Dèi degli stessi e del loro sangue. Una pratica questa oramai caduta in disuso ai giorni nostri in quanto decontestualizzata. Ancora oggigiorno comunque vengono celebrati blót dove le offerte sacrificali sono di vario genere compresi i vegetali (in genere mele) che sostituiscono l’offerta di animali. Il procedimento di Offerta nella sua esecuzione, rispetta comunque le modalità antiche con la consacrazione delle “vittime” e la loro offerta agli Dèi.
Nell’Ynglinga Saga di Snorri Sturlosson, dove lo stesso Scaldo riporta sul piano materiale ciò che nell’Edda è evidenziato sul piano divino, si dice che “tutti gli uomini di Svìthjòdh” (l’attuale Svezia) “pagavano a Ódhinn il tributo di una moneta a testa, ed egli in cambio doveva proteggere la terra dalla guerra e fare sacrifici di fecondità a loro favore”. Nella Saga degli Ynglingar si possono ravvisare temporalmente due fasi: la prima dove è lo stesso Ódhinn a sacrificare a favore degli uomini e la seconda dove Ódhinn e i suoi sacerdoti, insegnano agli uomini come sacrificare agli Dèi, pratica mediante la quale gli uomini stessi apprendono i Princìpi della vera religione.